Parecchi slaves non appena incontrano un master gli rivolgono una domanda simile a questa: -Ma se io fossi ora lì da te cosa mi faresti?- 

Tale domanda scaturisce da due fattori: il primo è la paura dello slave nei confronti dell'uomo con cui sta dialogando, un uomo che per il suo ruolo lo attrae irresistibilmente ma allo stesso tempo gli incute timore in quanto non lo conosce, il secondo fattore invece è motivato dal desiderio di sentirsi rispondere con qualche frase eccitante che rapidamente possa farlo sentire coinvolto nel gioco. Qualunque sia la causa per la quale lo slave rivolge la sua domanda essa non è comunque tra le più "felici" per iniziare un buon rapporto con il master.

I masters non sono distributori automatici del piacere e neanche macchine di tortura ad uso e consumo dello slave; i giochi sadomaso non hanno un copione scritto e non possono essere standardizzati, al contrario si può invece affermare che l'inventiva nasce al momento del contatto tra master e slave; tutte le iniziative del gioco sono in balia al vento dell'ispirazione e quindi ciò che si farà o non si farà dipende dall'intesa e dalla fantasia dei due.

Nella mia esperienza ad esempio non ricordo mai di aver fatto due sessioni identiche, né per il medesimo slave e né con slaves diversi, e questo non perché io sia particolarmente fantasioso ma perché ritengo che sia difficile alla creatività (elemento ricco di colori e forme) ripetere gli stessi modelli. Può forse un pittore ripetere il medesimo quadro? Sicuramente egli dipinge sempre con lo stesso stile, può darsi anche che egli sia interessato ai medesimi soggetti, ma i suoi quadri saranno comunque diversi l'uno dall'altro! 

La stessa cosa vale anche per i masters: ognuno ha il suo stile, i suoi strumenti e i suoi giochi preferiti, ma se è un master è un vero artista non ripeterà mai allo stesso modo le sue sessioni.