Home
Forum
Storie SM
Cam online
BDSM Cam
Foto Gallerie
Circuito Chiuso
Suggerimenti SM
SM: Arte e Poesia
Gabbia degli schiavi

LA MIA VITA DA SCHIAVO

2. FANTASIE SULLA SEDIA DEL BARBIERE


Era passata una settimana dal primo incontro con Erik,
gli avevo lasciato il mio numero di telefono, ma non mi aveva richiamato, né tanto meno lo avevo rivisto in palestra. Stavo iniziando a cadere in depressione, dandomi dello stupido per non avergli chiesto il suo numero od indirizzo. Non riuscivo, infatti, a dimenticarmi le sensazioni delle sue mani sul mio corpo, del grosso e spesso pene nella mia bocca, delle sue dita nel culo. 

Quella mattina, al lavoro non riuscivo a pensare ad altro che al desiderio viscerale che avevo di fare ancora sesso: sesso con un uomo! La cosa mi rendeva abbastanza difficile lavorare. Fortunatamente quella mattina i clienti del negozio di barbiere in cui lavoravo erano stati tutti anziani signori e la mia libido era rimasta abbastanza quieta, mentre operavo di forbici e rasoio. Tuttavia, Carmelo, il mio principale, mi sgridò più volte per la mia lentezza.

***

Le cose si complicarono un poco nel pomeriggio quando entrò per un taglio Roberto, un ragazzo di 20 anni che frequentava la palestra con me. Avevo sempre avuto un debole per lui. N'ammiravo il corpo sempre abbronzato, l'aria sicura e spavalda, i begli occhi neri e i capelli corvini, lucidi e spessi. Si presentò vestito con una mogliettina bianca aderente, che faceva risaltare la sua abbronzatura e jeans neri aderenti.
"Ciao, Luca. Ho saputo da amici che lavori come barbiere e ho deciso di vedere come te la cavi." Disse sorridendo e sedendosi sulla poltroncina di fronte a me.
"Ciao Roberto. Mi fa piacere che tu sia venuto" risposi meccanicamente. 
"Certo che se aspettavo che me lo dicessi tu…cavolo, voglio dire potevi anche dirmelo che facevi anche questo lavoro." Disse con tono di rimprovero divertito. 
Rimasi senza sapere cosa dire, fissandolo con fare interrogativo, finché lui non sorrise e disse: "Ok, Luca. Diamoci dentro. L'inverno è finito e voglio una bella ranzata per l'estate. Qualcosa di veramente ganzo e molto corto. Non ne posso più di questa zazzera. Ogni volta che vado in palestra è un disastro!" disse passandosi le mani nei capelli appena mossi, lunghi una decina di centimetri. 
"Tu cosa mi consigli?".
Mentre gli mettevo la mantellina, lo osservai attentamente e sentii il mio pene che iniziava a gonfiarsi un poco e le palle presero a prudermi. Passandogli una mano fra i capelli gli dissi: "Hai una capigliatura molto forte e folta…i lineamenti del capo molto regolari e non hai problemi di forfora. Direi che un bel taglio a spazzola ti andrebbe a meraviglia"
"Dici? Pensavo a qualcosa di più corto…" rispose pensieroso. 
"Non preoccuparti" dissi, e presi una rivista e gli mostrai una foto di un giovane con un taglio simile a quello che avevo in mente per lui. "Vedi, posso rasarti completamente la nuca e le tempie, magari passando anche con schiuma e rasoio, e lasciarti i capelli in cima con una spazzola di 0,5-1 cm: molto molto corta. Come quella dei marine." E lo dissi sapendo che era sempre stato affascinato dalla vita militare.
"Ganzo! Farò una strage quest'estate! Dai Luca, inizia a ranzare!" e chinò leggermente la testa come ad invitarmi a procedere con la macchinetta.
Presi prima le forbici e iniziai a sfoltirgli i lunghi capelli. Mentre le ciocche cadevano e gli spostavo la testa per procedere nell'opera, la tensione ai jeans mi divenne più forte e iniziai a pensarmi in piedi di fronte a Roberto a leccargli e succhiargli il cazzo così come avevo fatto ad Erik la settimana precedente. I capelli di Roberto erano morbidi, piacevoli al tatto e quando gli spostavo la testa ero tentato di afferrargliela di girargliela e di baciarlo intensamente sulla bocca. Mi tratteneva il rumore delle forbici del mio principale che provenivano dalle poltrona vicina.

***

C'è qualcosa di intimamente eccitante, un non so che di erotico, nel tagliare i capelli ad un bel ragazzo o a un giovane maschio. Io lo avevo probabilmente intuito fin da ragazzino. Già allora mi eccitavano i ragazzi con dei tagli di capelli molto corti, e ogni volta che andavo dal barbiere, non potevo fare a meno di osservare come ipnotizzato il barbiere che ranzava e tagliava i capelli dei clienti prima di me. Sicuramente per questo motivo avevo scelto di fare la scuola per parrucchieri della regione. Finite le medie, avevo colto la palla al balzo. 

Già con i miei compagni di corso avevo imparato ad apprezzare la sensazione inebriante del ronzio della macchinetta che ti viene passata o che fai passare sulla nuca, su su fino alla cima della testa; amavo la piacevole sensazione dei capelli che cadevano sulle spalle e sul collo e il solletico erotico dei capelli rasati cortissimi sotto il palmo delle mani…
Probabilmente fu a partire dalla mia esperienza come garzone di barbiere che maturai la coscienza della mia predilezione per il sesso maschile. Le prime vere erezioni le ebbi al corso, e poi in negozio quando iniziai a fare pratica su altri ragazzi e giovani che frequentavano la bottega. Mi riscoprivo più volte dopo un taglio con un ragazzo particolarmente carino, chiuso nel bagno del retrobottega a farmi una sega. A masturbarmi freneticamente, ancora con la sensazione dei capelli sulle mani e con mille pilucchi attaccati al mio camice da lavoro.

***

Oggi, tuttavia, mentre iniziavo a ranzare la nuca di Roberto con la macchinetta, la sensazione di eccitazione era molto più vivida e travolgente. Il ricordo del sesso con Erik, forte e autoritario, deciso e brusco, mi affiorava martellante e prepotente alla testa.
Mentre i capelli di Roberto veniva ridotti a pochi minutissimi pilucchi e s'iniziava a delineare una netta distinzione fra il bianco della nuca e delle tempie appena liberate dalla zazzera di capelli e il collo e il volto, abbronzati e ben scuri, la mia fantasia correva. Sognavo Roberto gi rasato e completamente nudo di fronte a me, così come era stato Erik. In mano teneva un frustino di quelli che si usano per i cavalli. Con tono imperioso e con la voce di Erik mi diceva: 
"Ok puttanella. Ora che hai curato la bellezza del tuo padrone… fammi godere, miserabile servo del mio cazzo!"
 E detto questo mi assestava una violenta frustata sulla schiena, mentre io stavo a carponi ai suoi piedi nudo come un verme e coperto di ciocche dei suoi capelli appena tagliati…
Una frustata, due frustate, mentre iniziavo con devozione a leccargli i piedi e a implorare pietà, mentre sentivo il pene gonfiarsi e le palle tirate che mi dolevano intensamente.
"Passiamo alla schiuma e al rasoio ora?" m'interruppe improvvisamente Roberto dalla poltrona del barbiere. 
Guardai lo 'scempio' operato dalle forbici e dalla macchinetta sulla testa di Roberto e cercai di situarmi discretamente il pacco dei pantaloni, che ormai doveva essere abbastanza evidente.
"Un attimino" dissi a Roberto " ti applico la crema per la rasatura e poi te la lascio agire un qualche minuto". Lo feci e poi mi precipitai in bagno per cercare di allentare la tensione alle palle che era salita a mille. Non sborrai, ma ci ero molto vicino. La cappella del mio pene era rossa e turgida, le mutande completamente bagnante e i peli del mio pube imperlati di goccioline di sudore. I miei capelli erano sudati e mi si appiccicavano fastidiosamente alle orecchie, mentre la bocca era secca per 'eccitazione. In quel momento avrei voluto unicamente chiudermi in quel bagno e scopare come un porco con Roberto…o meglio ancora con un Roberto che avesse il suo aspetto, ma la personalità dominante di Erik. Volevo fottere, ma soprattutto essere fottuto!

***

Quando tornai nel salone, Carmelo, il mio principale, e Davide l'altro garzone non c'erano, probabilmente erano andati al bar di fronte a farsi un goccio, vista l'ora morta. Nel locale rimaneva solo Roberto, con la testa coperta di crema da barba, che aspettava di essere adeguatamente rasato a zero. 
Mentre iniziavo a passare il rasoio sulla nuca di Roberto, che mi sembrava abbastanza eccitato anch'egli dalla cosa, sentì la porta aprirsi ed entrare un cliente. Prima che potessi girarmi per dire buongiorno, una voce nota mi apostrofò:
"Ciao, Luca. Hai un po' di tempo per darmi un'aggiustatina?".
Mi girai e salutai Erik: 
"Che piacere Erik, sono da te fra un'attimo. Accomodati. Ho quasi finito con il Signore"

Nello stesso istante in cui aprii bocca mi sentii alquanto a disagio. I due soggetti del mio sogno erotico si trovavano nella stessa stanza…ed io ero solo con loro.

<< Indietro ] Indice ] Avanti >> ]

 

 
THE GAYSMITALIA NETWORK
:§: Sneakers :§: ] :°: Gaypiss :°: ]